Roma, Italia, 2023-2024.
Se hai voglia di staccare un po’ dalla città e rifugiarti in un posto solo tuo vai a Villa Borghese, alla “Valle dei cani”, scegliti un albero, uno dei grossi platani orientali, e sali su un ramo. Io lo facevo da ragazzino, avevo il mio albero cui avevo dato un nome che non ricordo, salivo su un ramo e mi mettevo a leggere un libro, a pensare, o ad osservare la natura, a far spaziare la mente in quel vuoto che è sempre più difficile da trovare, e da affrontare. A volte sul ramo ci portavo una persona che sentivo vicina a me e ai miei pensieri, tipo la mia cugina milanese. Per me la “Valle dei cani” è ancora questo, è l’albero su cui salgo, è il posto da cui posso osservare la natura e respirarla, il cuore pulsante di Villa Borghese. Ma questo è solo per me, in realtà ci sono tanti cuori pulsanti a Villa Borghese, tanti luoghi imbevuti di energia e di storia dove il turista o il romano arrivano, a volte quasi per caso, attratti da qualcosa: la Valle dei cani, il Pincio, Piazza di Siena, il Giardino del Lago, il Galoppatoio, la Casina Valadier, il Cinema dei Piccoli. In tutti questi luoghi puoi imbatterti in uno spazio/vuoto che rivela una presenza passata, anche appena passata. Guardandoti intorno puoi rimanere colpito da una scena di solitudine o da un “intruso” che sembra rovinare l’armonia di un paesaggio, ma che invece lo completa come l’ultima pennellata di un pittore. E poi ci sono i pini, ovunque, che sono le sentinelle, i testimoni quasi immobili della Villa, che prendono la voce dal vento e si colorano di tante sfumature diverse, a seconda dell’ora del giorno o della stagione. Villa Borghese è tutto questo, ed è ancora altro, puoi scoprirne un nuovo volto, un nuovo battito, ogni volta che ti ci immergi dentro.
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